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Riding the Wild

Mentre percorrevamo l’ultimo tratto verso casa, mi resi conto che quella valle remota mi aveva insegnato qualcosa di importante: la libertà.

Massiccio Grand Teton in Wyoming visto al tramonto

Massiccio Grand Teton in Wyoming visto al tramonto

Cavalcare attraverso i paesaggi selvaggi del Grand Teton National Park, in Wyoming, è un’esperienza che unisce libertà e sfida. Sono Emily, una cavallerizza esperta e amante della natura, e in questo articolo vi racconto la mia avventura a cavallo, in sella al mio fidato mustang Dakota, alla ricerca di un luogo leggendario nascosto tra le montagne.

Quando si pianifica un’escursione a cavallo di più giorni in una regione selvaggia come il Grand Teton, la preparazione è fondamentale. La mia destinazione era una valle remota, un luogo descritto da un mandriano locale come “una porta sulla libertà”. Non c’erano mappe dettagliate, solo indicazioni verbali: seguire il corso del fiume Snake e cercare un’apertura naturale tra le montagne. Per il viaggio, ho scelto Dakota, un mustang dal fisico robusto e dall’indole fiera, ideale per affrontare terreni difficili. Prima di partire, ho preparato la mia sella con tutto il necessario. Equipaggiamento essenziale: una coperta, una borraccia e un kit di pronto soccorso per cavallo e cavaliere. Forniture per Dakota: una razione extra di fioccato e una corda per ancorarlo durante le soste. Strumenti di navigazione: una bussola e un GPS portatile, indispensabili per orientarsi in aree remote. La scelta dell’equipaggiamento è cruciale. Le mie selle e staffe erano realizzate in cuoio trattato per resistere agli agenti atmosferici, e ho usato una coperta traspirante per evitare che Dakota si scaldasse troppo durante il trotto.

Il cavallo di Emily, Dakota
Il cavallo di Emily, Dakota

Seguire il fiume Snake significava attraversare un territorio vario: ampie praterie, dense foreste di abeti e sentieri scoscesi che si arrampicavano lungo i pendii. Dakota si muoveva con agilità, le sue zampe che si adattavano alle asperità del terreno. Per evitare che si stancasse troppo, alternavo il passo al trotto, tenendo un ritmo costante. Attraversammo una radura che si apriva su una vista mozzafiato delle cime dei Teton, illuminate dal sole del mattino. Qui, un gruppo di cervi attraversò il sentiero davanti a noi, fermandosi solo un istante per osservarci prima di sparire tra gli alberi. Ogni incontro con la fauna locale è un promemoria della delicatezza di questi ecosistemi, e mantenni Dakota al passo per non disturbare troppo gli animali.

Quando ci trovammo davanti a un guado, la corrente sembrava più forte del previsto. Smontai dalla sella e guidai Dakota nell’acqua, tenendo salde le redini. Le sue zampe affondavano tra i ciottoli del fiume, ma avanzava con sicurezza, fidandosi delle mie indicazioni. Attraversare guadi in sicurezza richiede attenzione: è fondamentale valutare la profondità e assicurarsi che il cavallo abbia un buon appoggio sotto di sé.

Il fiume Snake e il Gran Teton sullo sfondo

Il fiume Snake e il Gran Teton sullo sfondo

Dopo ore di cavalcata, il sentiero iniziò a salire. Dakota avanzava con passo fermo, anche quando il terreno si fece più ripido e sassoso. L’aria fresca delle montagne sembrava riempirmi i polmoni, mentre i rumori della foresta si attenuavano, lasciando spazio al suono costante del vento tra i pini. Seguendo il corso del fiume Snake, notai un’apertura tra due massicci rocciosi: una “porta naturale”, proprio come il mandriano aveva descritto. Passammo attraverso quella strettoia, e il paesaggio si aprì improvvisamente. Davanti a noi si estendeva una valle verde, circondata da imponenti montagne. Un piccolo fiume serpeggiava tra prati fioriti, e un gruppo di cavalli selvaggi pascolava tranquillo in lontananza. Era un luogo che sembrava uscito da un sogno, lontano dalla civiltà, dove il tempo sembrava essersi fermato.

Senza esitare, spronai Dakota a un galoppo leggero. Il suono degli zoccoli sul terreno erboso era ritmico, quasi ipnotico. Sentivo il vento sferzarmi il viso, e ogni pensiero svaniva mentre mi concentravo sul movimento del cavallo sotto di me. Era un momento di pura connessione, una sensazione di libertà che solo chi cavalca può davvero capire.

Emily in sella a Dakota

Emily in sella a Dakota

Dakota sembrava condividere la mia gioia. Le sue orecchie erano dritte, e i suoi movimenti erano fluidi, come se anche lui si sentisse finalmente a casa. Attraversammo la valle fino a raggiungere un piccolo promontorio da cui si poteva vedere l’intero panorama. Smontai dalla sella e lasciai che Dakota si riposasse, mentre io mi sedevo su una roccia vicina per ammirare la vista.

Quella valle non era solo un luogo, ma un’esperienza. Mi ricordava perché amo cavalcare: non solo per la connessione con il mio cavallo, ma anche per il senso di scoperta e di appartenenza che si prova in luoghi come questo. Mentre accarezzavo Dakota, pensai a quanto fosse importante proteggere questi spazi selvaggi. I cavalli selvaggi che avevo visto poco prima erano un simbolo di resilienza e libertà, ma anche un promemoria della necessità di rispettare e preservare questi ecosistemi.

La meravigliosa vista del massiccio del Gran Teton che si specchia sul fiume Snake

La meravigliosa vista del massiccio del Gran Teton che si specchia sul fiume Snake

Con il sole che iniziava a calare, decisi che era ora di tornare. Sistemai la sella di Dakota e controllai che fosse ben idratato prima di risalire. Mentre ci dirigevamo verso il sentiero principale, l’intera valle era avvolta in una luce dorata, e le ombre delle montagne si allungavano sul terreno erboso. Il silenzio era quasi solenne, interrotto solo dal fruscio delle foglie mosse dal vento. Il viaggio di ritorno richiedeva concentrazione. Il percorso scosceso che avevamo affrontato all’andata sembrava ancora più ripido con la luce calante. Guidavo Dakota con attenzione, lasciandogli il tempo di valutare ogni passo. Quando raggiungemmo il fiume Snake, la sua corrente sembrava più calma, riflettendo il cielo infuocato del tramonto.

Cavalcare non è solo uno sport o un passatempo: per me, è un modo di vivere. Questa avventura non era stata solo una ricerca di un luogo fisico, ma anche di una connessione più profonda con la natura e con Dakota. Ogni passo del nostro viaggio era stato una lezione di fiducia, pazienza e resilienza.

Emily sulla via del ritorno mentre cavalca Dakota
Emily sulla via del ritorno mentre cavalca Dakota

Mentre percorrevamo l’ultimo tratto verso casa, mi resi conto che quella valle remota mi aveva insegnato qualcosa di importante. La libertà non è solo un luogo o un momento; è uno stato mentale, uno spazio che creiamo quando ci affidiamo agli altri – umani o animali – e ci lasciamo guidare da ciò che amiamo.

Tornata al ranch, spazzolai Dakota e gli diedi una razione extra di fioccato per ringraziarlo della giornata. Lui mi guardò con i suoi occhi profondi, e capii che anche lui aveva apprezzato l’avventura. Esperienze come questa mi ricordano quanto sia prezioso il legame con i cavalli e con la natura. Ci offrono non solo la possibilità di esplorare il mondo, ma anche di scoprire parti di noi stessi che spesso trascuriamo. Se state pensando di vivere un’esperienza a cavallo, fatelo. Non importa se siete principianti o esperti: la connessione che si crea in sella a un cavallo è qualcosa di unico. E magari, come è successo a me, scoprirete che il vero viaggio non è solo verso una destinazione, ma verso una versione più autentica di voi stessi.

Emily Greco

Emily Greco

Se state pensando di vivere un’esperienza a cavallo, fatelo. Non importa se siete principianti o esperti: la connessione che si crea in sella a un cavallo è qualcosa di unico.

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