Il carrello è vuoto.

Il Gigante Buono

Le balene, con la loro grazia e resilienza, sono diventate il simbolo della mia battaglia per gli oceani. Mi insegnano ogni giorno che, anche di fronte alle difficoltà, vale la pena continuare a lottare.

Balena mentre salta dall'oceano

Balena mentre salta dall'oceano

Mi chiamo Marika, e la mia macchina fotografica è il mio strumento per raccontare storie. Non semplici immagini, ma frammenti di realtà che spesso sfuggono ai nostri occhi. Da anni, il mio obiettivo si è concentrato sugli oceani e sulle creature che li abitano, in particolare sulle balene e sulle megattere. Questi giganti del mare mi hanno sempre affascinata: la loro maestosità, i canti profondi che sembrano parlare direttamente all’anima, e il loro ruolo cruciale nell’equilibrio degli ecosistemi marini. Ma dietro la loro bellezza si cela una storia di sofferenza. I cambiamenti climatici stanno trasformando i loro habitat, rendendo sempre più difficile la loro sopravvivenza. E così ho deciso di dedicare la mia vita a raccontare questa storia, con la speranza che il mio lavoro possa ispirare altri a proteggere il cuore blu del nostro pianeta.

Il mio primo incontro con le balene avvenne anni fa, durante un viaggio in Islanda. Mi trovavo su una piccola imbarcazione, avvolta nel freddo pungente del Nord Atlantico, quando all’improvviso una megattera emerse accanto a noi. Ricordo ancora il suono del suo respiro, un’esplosione che sembrava riecheggiare in tutto l’oceano, e la vista della sua coda che si sollevava elegantemente prima di scomparire sotto le onde. Fu un momento che cambiò tutto.

Tornai a casa con una nuova consapevolezza: gli oceani non erano solo vasti e misteriosi, ma anche incredibilmente vulnerabili. Cominciai a leggere, a informarmi, a scoprire quanto le balene fossero fondamentali per l’ecosistema marino. Ogni respiro che prendono rilascia nutrienti nell’acqua, favorendo la crescita del fitoplancton, un elemento chiave per l’assorbimento di CO2 e la produzione di ossigeno. Mi resi conto che proteggerle significava proteggere la vita stessa sulla Terra. Fu allora che decisi di combinare la mia passione per la fotografia con il mio amore per il mare. Attraverso le immagini, volevo raccontare la bellezza di queste creature, ma anche mostrare le minacce che affrontano. Ogni scatto sarebbe stato una voce per chi non poteva parlare, un richiamo alla responsabilità che tutti noi abbiamo verso questo pianeta condiviso.

La coda di una balena al tramonto

La coda di una balena al tramonto

L’oceano è il cuore pulsante del pianeta, eppure è anche il luogo dove i cambiamenti climatici stanno lasciando le cicatrici più profonde. Ogni viaggio che intraprendo per documentare le balene mi ricorda quanto stiamo alterando il loro mondo. Le acque che una volta erano fresche e abbondanti di vita stanno diventando più calde, più acide e, in molte aree, meno ospitali. La temperatura degli oceani è aumentata di circa 0,1°C negli ultimi cinquant’anni. Potrebbe sembrare un cambiamento minimo, ma per le balene è una trasformazione immensa. Le loro rotte migratorie, che seguono correnti e zone ricche di cibo, vengono alterate, costringendole a percorrere distanze maggiori e affrontare condizioni imprevedibili. Questo le mette a rischio, soprattutto le madri e i cuccioli, che dipendono da habitat stabili per sopravvivere.

Un altro problema è l’acidificazione degli oceani, causata dall’assorbimento di enormi quantità di CO2. Questo fenomeno sta minacciando le basi della catena alimentare marina, come il krill e il plancton, di cui molte specie di balene si nutrono. Mi sono trovata più volte a fotografare balene in acque dove un tempo il plancton era abbondante, ma che ora sembrano quasi desertiche. È come guardare un ecosistema perdere la sua vitalità sotto i miei occhi. E poi ci sono le altre minacce, come lo scioglimento dei ghiacci polari, che distrugge i rifugi naturali per molte specie marine. Le balene che vivono in queste regioni devono adattarsi a una perdita continua del loro habitat, e spesso questo le porta più vicine alle attività umane, esponendole a inquinamento acustico, collisioni con le navi e reti da pesca. Ogni dato che leggo, ogni immagine che catturo, mi porta a riflettere sulla responsabilità che abbiamo. L’oceano è un sistema complesso e interconnesso: distruggerne una parte significa compromettere l’intero equilibrio del pianeta. Le balene non sono solo creature maestose; sono indicatori della salute degli oceani e, in ultima analisi, della nostra stessa sopravvivenza.

Marika Valenti mentre scatta una foto

Marika Valenti mentre scatta una foto

La mia ultima missione mi ha portata nell’Oceano Pacifico, una delle aree più vitali e al tempo stesso vulnerabili del nostro pianeta. Era il periodo delle migrazioni delle megattere, e speravo di documentare il loro viaggio, non solo per catturare la loro bellezza, ma per raccontare le difficoltà che affrontano lungo il cammino. Il viaggio iniziò a bordo di una piccola imbarcazione, insieme a un team di biologi marini. L’atmosfera era un misto di eccitazione e serietà: tutti sapevamo di avere un obiettivo comune, ma anche che il lavoro sarebbe stato impegnativo. Navigare in mare aperto richiede pazienza e resistenza. Le condizioni climatiche erano imprevedibili, con onde che ci facevano sobbalzare e raffiche di vento che rendevano difficile mantenere la stabilità con la macchina fotografica. Dopo ore di ricerca, finalmente accadde: un gruppo di megattere si avvicinò alla nostra barca. La prima cosa che notai fu il loro canto. Era profondo, quasi ipnotico, e sembrava attraversare l’acqua fino a raggiungere l’anima. Una delle megattere, enorme e maestosa, si sollevò lentamente sopra la superficie, spruzzando una colonna d’acqua mentre respirava. Quel momento era perfetto. Sollevai la macchina fotografica e catturai uno scatto che avrebbe raccontato mille storie.

Durante quella spedizione, ci imbattemmo in segni tangibili delle difficoltà che affrontano queste creature. In un’area che un tempo doveva essere ricca di vita, trovammo acque insolitamente silenziose. I biologi mi spiegarono che il riscaldamento dell’oceano aveva spinto il krill, la principale fonte di cibo delle megattere, verso acque più profonde e difficili da raggiungere. Una madre megattera e il suo cucciolo, che avevamo osservato per ore, sembravano faticare a trovare cibo, nuotando più a lungo del normale. Nonostante tutto, c’erano anche momenti di speranza. Durante un’alba tranquilla, una megattera saltò fuori dall’acqua con un’eleganza straordinaria, come se stesse danzando. Mi ricordò che, nonostante le difficoltà, la natura ha una straordinaria capacità di resistere. Quel salto non era solo un gesto di forza; era un simbolo di resilienza, un messaggio che mi spinse a continuare il mio lavoro con ancora più determinazione. Ogni giorno nell’Oceano Pacifico mi ha insegnato qualcosa di nuovo. Ogni scatto che ho realizzato è un pezzo di un puzzle più grande, una testimonianza di un mondo che lotta per sopravvivere.

Megattera che nuota sotto la superficie
Megattera che nuota sotto la superficie

Ogni incontro con le balene è come un dialogo silenzioso con il mare. Sono creature incredibilmente intelligenti, con comportamenti sociali complessi che riflettono un profondo legame con l’ambiente che le circonda. Osservarle da vicino non significa solo vedere un animale: significa immergersi in un mondo che racconta la storia degli oceani. Una delle cose che più mi affascina è il loro canto. Ogni megattera maschio produce una melodia unica, che cambia con il tempo e si trasmette attraverso l’oceano, creando una sorta di linguaggio globale. Durante la spedizione, ho avuto il privilegio di ascoltare queste melodie più volte, mentre la barca rimaneva immobile sull’acqua. Era come se il mare stesso cantasse, raccontando storie di luoghi lontani e di legami invisibili tra le creature che lo abitano. Le balene hanno anche un incredibile senso della famiglia. Ricordo una madre megattera che proteggeva il suo piccolo mentre nuotavano accanto alla nostra barca. La madre era gigantesca, il cucciolo molto più piccolo e curioso. Ogni tanto il piccolo si avvicinava troppo, e lei lo richiamava con un movimento deciso ma delicato. Guardandoli, non potevo fare a meno di pensare alla loro fragilità: dipendono completamente dall’ambiente marino e dalle sue risorse, che ora sono sempre più scarse.

Ma la bellezza di queste creature si scontra con una realtà dura. L’inquinamento acustico, causato dal traffico marittimo, interferisce con il loro canto, rendendo difficile comunicare tra di loro. Le microplastiche, invisibili ma letali, contaminano le acque e finiscono nei loro corpi. Ogni volta che fotografo una balena, penso a tutto ciò che queste creature devono affrontare per sopravvivere, e mi chiedo se le generazioni future avranno ancora il privilegio di vederle. Un momento che non dimenticherò mai è stato quando ho osservato una balena spostarsi lentamente verso un banco di krill. Il suo movimento era maestoso, quasi coreografico, mentre apriva la bocca e inghiottiva una nuvola di minuscoli organismi. Era un’immagine perfetta, ma anche un promemoria di quanto tutto sia connesso. Se perdiamo il krill, perdiamo le balene. Se perdiamo le balene, perdiamo un pezzo dell’anima degli oceani. Ogni fotografia che scatto è una testimonianza della loro bellezza, ma anche della loro lotta. Voglio che le persone vedano ciò che vedo io: non solo degli animali straordinari, ma un intero ecosistema che lotta per sopravvivere.

Vista di tre balene di diversa misura

Vista di tre balene di diversa misura

La fotografia è un linguaggio universale, un modo per raccontare storie che non hanno bisogno di parole. Ogni immagine che scatto non è solo un frammento di realtà, ma un ponte tra ciò che vedo e ciò che voglio trasmettere. Le balene, con la loro maestosità e vulnerabilità, sono soggetti perfetti per raccontare la storia della crisi climatica. Ho visto come le mie fotografie possano fare la differenza. Durante una mostra organizzata in Italia, esposi una serie di scatti che avevo realizzato nell’Oceano Pacifico: una megattera che emergeva da un’acqua limpida, una madre con il suo cucciolo che nuotava accanto a lei, un iceberg che si sgretolava lentamente sullo sfondo. Ricordo un visitatore che mi si avvicinò, visibilmente emozionato, e mi disse: “Non immaginavo che fosse così grave. Cosa posso fare per aiutare?”

Questa domanda è ciò che mi spinge a continuare. Ogni volta che qualcuno vede una mia fotografia e inizia a riflettere, sento di aver raggiunto il mio obiettivo. Ho collaborato con organizzazioni ambientaliste, fornendo immagini per campagne di sensibilizzazione e raccolte fondi. Una di queste campagne ha finanziato un progetto per monitorare l’inquinamento acustico nell’oceano, un problema che avevo documentato durante le mie spedizioni. L’impatto delle immagini non si limita a ispirare. Può anche educare. Durante una lezione in una scuola, mostrai una foto di una balena intrappolata in una rete da pesca. I bambini rimasero in silenzio per un attimo, poi cominciarono a fare domande: “Perché succede?” “Come possiamo aiutarla?” Quel momento mi fece capire che il cambiamento inizia con la consapevolezza, e che ogni generazione può essere più attenta di quella precedente. Ma il potere delle immagini non è solo quello di documentare la perdita; è anche quello di mostrare la bellezza che ancora esiste. Voglio che le persone vedano ciò che rischiamo di perdere, ma anche ciò che possiamo ancora proteggere. Le balene sono ambasciatrici di un mondo che sta chiedendo aiuto. Se riusciamo a proteggerle, possiamo proteggere gli oceani e, con essi, il futuro del nostro pianeta.

Marika mentre cerca lo scatto perfetto

Marika mentre cerca lo scatto perfetto

Essere una fotografa impegnata nella documentazione degli oceani non è un lavoro facile. Ogni spedizione porta con sé sfide che mettono alla prova non solo il corpo, ma anche la mente. Il mare è imprevedibile: tempeste improvvise, onde che scuotono la barca e venti pungenti sono solo alcune delle difficoltà che affrontiamo. Ma, per me, le sfide emotive sono ancora più grandi. Durante una spedizione, mi è capitato di trovare una megattera morta, il suo corpo adagiato sulla riva, con segni evidenti di una collisione con una nave. Era un’immagine straziante. Sollevai la macchina fotografica per catturare quel momento, ma le mani mi tremavano. C’era una parte di me che non voleva scattare, che voleva solo girarsi e dimenticare quella scena. Ma poi ho pensato a ciò che quella foto avrebbe potuto significare. Non era solo un’immagine di perdita, ma un appello urgente a cambiare il modo in cui interagiamo con gli oceani.

Anche la solitudine è una sfida costante. Passo settimane, a volte mesi, lontano da casa, immersa in un mondo dove il silenzio dell’oceano può essere tanto confortante quanto opprimente. Ma è proprio in quei momenti di solitudine che trovo la forza per continuare. Ogni volta che vedo una balena emergere dall’acqua o ascolto il suo canto lontano, mi ricordo perché faccio quello che faccio. Nonostante tutto, ci sono anche momenti che riaccendono la speranza. Durante una spedizione, vidi un gruppo di megattere collaborare per cacciare. Creavano bolle d’aria per spingere il krill verso la superficie, un comportamento noto come “bubble net feeding”. Era un esempio perfetto della loro intelligenza e capacità di adattamento. In quei momenti, mi sento privilegiata: testimone di un mondo che, nonostante le difficoltà, continua a lottare per sopravvivere. La resilienza non riguarda solo le balene, ma anche me stessa. Ho imparato che, per portare avanti questa missione, devo essere forte, nonostante la fatica e le emozioni. Ogni foto, ogni storia, è un piccolo passo verso un cambiamento più grande. E se il mio lavoro può contribuire anche solo in minima parte a salvare gli oceani, allora ogni sfida sarà valsa la pena.

La coda della balena che affiora dalla superficie

La coda della balena che affiora dalla superficie

Ogni volta che osservo l’oceano, mi ricordo che è molto più di una distesa d’acqua. È il cuore pulsante del pianeta, un ecosistema che sostiene la vita in modi che spesso diamo per scontati. Le balene, con la loro maestosità e il loro ruolo cruciale negli oceani, rappresentano tutto ciò che c’è di meraviglioso e vulnerabile in questo mondo. Eppure, ogni anno, ci avviciniamo a perdere tutto questo. Il legame tra il benessere degli oceani e la salute del pianeta è indissolubile. Le balene, ad esempio, svolgono un ruolo fondamentale nella regolazione del clima. Ogni volta che si tuffano e riemergono, contribuiscono a mescolare gli strati oceanici, portando nutrienti in superficie e favorendo la crescita del fitoplancton. Questo piccolo organismo non solo produce il 50% dell’ossigeno che respiriamo, ma assorbe anche enormi quantità di CO2, mitigando gli effetti del riscaldamento globale.

Ma la crisi climatica sta mettendo tutto questo in pericolo. Il riscaldamento degli oceani, l’acidificazione e l’inquinamento stanno spingendo gli ecosistemi marini verso un punto di non ritorno. Se perdiamo le balene e i loro habitat, perdiamo un tassello essenziale per la stabilità del nostro pianeta. Nonostante tutto, credo che ci sia ancora speranza. Ho visto progetti di conservazione che stanno facendo la differenza: aree marine protette, campagne per ridurre il traffico marittimo nelle zone critiche e programmi per ripulire gli oceani dalle microplastiche. Questi sforzi dimostrano che il cambiamento è possibile, ma richiede l’impegno di tutti. Ognuno di noi può fare la sua parte. Ridurre il consumo di plastica, sostenere organizzazioni ambientaliste e fare scelte più consapevoli sono azioni semplici che, sommate, possono avere un grande impatto. E, soprattutto, dobbiamo ricordare che il cambiamento inizia dalla consapevolezza. Ogni volta che qualcuno guarda una mia fotografia e comprende la bellezza e la fragilità degli oceani, sento che stiamo facendo un passo nella direzione giusta. L’oceano ci dà così tanto: ossigeno, cibo, bellezza. È nostro dovere proteggerlo. E mentre continuo a navigare e scattare fotografie, so che il mio lavoro non riguarda solo le balene, ma il futuro stesso della Terra. Abbiamo ancora una possibilità di salvare questo mondo meraviglioso, ma dobbiamo agire ora, prima che sia troppo tardi.

Balena nell'oceano

Balena nell'oceano

Quando penso al mio lavoro, non lo vedo solo come una professione, ma come una missione. Ogni fotografia che scatto, ogni storia che racconto, è un invito a guardare il mondo con occhi nuovi, a riconoscere la bellezza che ci circonda e a proteggerla. Le balene, con la loro grazia e resilienza, sono diventate il simbolo della mia battaglia per gli oceani. Mi insegnano ogni giorno che, anche di fronte alle difficoltà, vale la pena continuare a lottare. Sono creature che rappresentano non solo il potere della natura, ma anche la sua vulnerabilità.

Porto con me i ricordi di ogni spedizione: le albe sulle onde calme, i canti profondi che riecheggiano attraverso l’acqua, e quegli incontri magici con i giganti del mare. Ma porto anche un senso di urgenza. Gli oceani sono in pericolo, e con loro il futuro del nostro pianeta. A chiunque stia leggendo queste parole, vorrei dire: non è troppo tardi. Possiamo ancora fare la differenza, se agiamo insieme. Le piccole scelte quotidiane, sommate, possono generare un cambiamento globale. E, soprattutto, non dobbiamo smettere di raccontare queste storie, perché è attraverso la conoscenza e la consapevolezza che possiamo ispirare gli altri a unirsi alla causa. L’oceano è il cuore della Terra, e le balene ne sono la voce. Il mio lavoro è amplificare quella voce, affinché raggiunga il più lontano possibile.

Marika Valenti

Marika Valenti

Quando penso al mio lavoro, non lo vedo solo come una professione, ma come una missione. Ogni fotografia che scatto, ogni storia che racconto, è un invito a guardare il mondo con occhi nuovi, a riconoscere la bellezza che ci circonda e a proteggerla.

Unisciti alla nostra community

La nostra community unisce persone con la passione per l'avventura, viaggi, sport e qualunque tipo di attività all'aperto. Approfitta di vantaggi esclusivi riservati ai membri come, accesso alle vendite riservate ai membri, accesso in anteprima agli articoli dei nostri autori, assistenza prioritaria e molto altro.

Diventa membro gratis